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lunedì 29 maggio 2017

Intelligence Analysis: il metodo delle "ipotesi concorrenti"

A volte capita che le metodologie seguite dagli apparati d'intelligence per l'analisi dei modelli mentali complessi sia teorizzata da veterani dei servizi segreti, accademici e studiosi comportamentali.
Questo è il caso della metodologia di "analisi delle ipotesi concorrenti" (in codice "ACH") adottata dalla Central Intelligence Agency statunitense.


Nel corso degli anni '80 e '90 la "Divisione Analisi" della CIA ha commissionato a Richards "Dick" J. Heuer, Jr. una serie di articoli e saggi  sulle esperienze maturate nei 45 anni passati come analista d'intelligence, agente operativo del controspionaggio, addetto alla protezione di personalità aventi ruoli strategici ed esperto di operazioni sotto-copertura di raccolta, catalogazione e organizzazione di informazioni sensibili.
Heuer ha teorizzato le sue esperienze nel libro "Psychology of Intelligence Analysis" il cui .pdf può essere scaricato gratuitamente sul sito della CIA (clicca QUI).


Un agente segreto, ma ciò potrebbe valere per qualsiasi investigatore, si trova spesso a dover analizzare scenari diversi, orizzonti variabili e ipotesi alternative con l'obiettivo di formulare conclusioni, spesse volte senza avere a disposizione prove e/o informazioni convincenti o sufficienti.

L'analista d'intelligence solitamente ha poco tempo per valutare la situazione dovendo scegliere tra quale dei possibili scenari sia il più probabile o quale delle spiegazioni sia la più corretta. La sua capacità valutativa, inoltre, è influenzata (anche inconsciamente) dai propri pregiudizi, dalle esperienze pregresse, dagli eventi della vita e dalle pressioni derivanti dall'operare in ambienti sfavorevoli, se non ostili.

Il rischio principale, tipico anche dell'ambiente giudiziario, è il cedere alla "strategia satisficing" (sulla quale in blog tornerà con un articolo specifico) in cui l'analista predilige la tesi più semplice rinunciando a proseguire nell'analisi di ulteriori elementi. In questo caso l'agente disegnerà lo scenario più aderente alla propria soluzione piuttosto che esaminare tutte le possibilità al fine di identificarne una migliore o più probabile.

La strategia satisficing ha determinato grandi insuccessi nelle attività d'intelligence, pertanto si sono ricercati metodi e criteri più rigorosi per impostare le analisi.  
Da qui la nascita del metodo ACH, cioè del procedimento fondato sui concetti base della psicologia cognitiva, dell’analisi decisionale e del principio scientifico. Il metodo si basa su otto passaggi, mediante i quali l'analista cerca di standardizzare i meccanismi che gli consentono di pervenire a determinate conclusioni.

Gli otto pilastri su cui poggia il metodo di analisi delle ipotesi concorrenti sono:
  1. INDIVIDUAZIONE DELLE IPOTESI: se un investigatore non riesce a generare ipotesi da considerare, non otterrà mai la risposta giusta! Il primo suggerimento è elencare le ipotesi più ragionevoli e pertinenti, ma anche quelle sperimentali o irragionevoli, quelle più compatibili con lo scenario o con le informazioni di altre agenzie d'intelligence, le ipotesi semplici e quelle più complesse. 
  2. ELENCARE GLI INDIZI: per ognuna delle ipotesi sarà necessario porsi le seguenti domande: se questa ipotesi è vera, cosa dovrei aspettarmi di vedere o di non vedere? Quali sono le cose che saranno successe, o che stanno per succedere? Per quali di questi eventi devo aspettarmi di trovare delle prove? Tenendo sempre presente che l’assenza di indizi è significativa quanto la loro presenza.
  3. CORRELARE LE PROVE/INDIZI ALLE IPOTESI: attraverso la creazione di una matrice con le ipotesi nell'asse orizzontale e gli indizi nell'asse verticale, si darà una visione generale di tutti i componenti significativi del problema.
  4. PERFEZIONAMENTO DEL QUADRO D'INSIEME: si dovrà perfezionare la matrice eliminando le ipotesi meno probabili ponendosi queste domande: questa ipotesi è necessaria? In assenza di prove o indizi convincenti una o più ipotesi sono da eliminare? Oppure da fondere in un unico scenario? Eccetera.
  5. TRARRE CONCLUSIONI PROVVISORIE: si elencheranno le ipotesi in base alle connesse probabilità di accadimento. Non sarà la conferma di quanto ricercato ma solamente una tappa intermedia che dovrà facilitare una valutazione adeguata, ragionevole e meditata di tutte le alternative. 
  6. L'ANALISI DEI FATTORI CRITICI: per ciascuna delle ipotesi formulate si dovranno individuare delle ragioni contrarie o critiche che ne potrebbero minare la fondatezza. Si dovrà prendere in considerazione l'eventualità che gli indizi siano sbagliati ovvero fuorvianti o sottoposti a diversa interpretazione.
  7. ESPLICITARE LE CONCLUSIONI: organizzare un "brainstorming" con altri analisti d'intelligence servirà ad individuare ulteriori vulnerabilità del ragionamento seguito. Non essendo mai certe le conclusioni dell’analisi, è necessario condividere anche i motivi per i quali le ipotesi meno probabili sono state accantonate.
  8. PREVISIONE DELLO SCENARIO: Tenuto conto che le conclusioni dell’analisi dovranno essere sempre considerate come provvisorie, in considerazione di tutto il processo cognitivo seguito, si formulerà lo scenario più probabile. Tutti gli scenari dovranno sempre essere monitorati e aggiornati all'ottenimento di nuovi indizi.

mercoledì 17 maggio 2017

Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico

Questa volta il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting propone per la rubrica "Sulla mensola del fraud auditor" una sana lettura, molto istruttiva!

Ho visto cose..Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico” di Alberto Pierobon (con Alessandro Zardetto), Ponte alle Grazie, Roma, maggio 2017



Questa la recensione dell'editor Gianluca Zanella

«Che mestiere fai?» è questa la domanda che Alberto Pierobon si sente rivolgere più di frequente.
Una domanda a cui risponde di solito con «il libero professionista». Ma Pierobon ha cavalcato diversi settori: è stato poliziotto, operaio e – prima che libero professionista e consulente – anche dirigente enti locali e manager pubblico. Dalla sala di regìa, ha potuto frequentare quella che chiama “l’Università dei criminali”, laddove i colletti bianchi si sporcano le mani ma non la reputazione. 
Una carriera durata vent’anni, quella nella pubblica amministrazione, prima di tirare i remi in barca e dedicarsi alle consulenze private, con la sorpresa di ritrovarsi nella stessa situazione di prima, se non peggio. 

Ho visto cose, scritto con la collaborazione del giornalista de Il Fatto Quotidiano Alessandro Zardetto, è un viaggio nei gironi danteschi di un’Italia con il freno a mano tirato da una massa multiforme di lestofanti, faccendieri, manager pubblici e privati con stipendi da capogiro, sensali, arrivisti o veri e propri squali
Personaggi da opera buffa che succhiano il sangue rimasto a un Paese che arranca da dieci anni in una crisi che ha riempito le tasche a molti. In questo libro si passa dalla raccolta differenziata intrapresa come moda alla privatizzazione (o ri-pubblicizzazione) nella gestione dei servizi pubblici dove gli attori sono sempre gli stessi. 

Troviamo la mangiatoia dei contributi pubblici per bonifiche o progetti ambientali anche in iniziative estere, la gestione “allegra” dei rifiuti speciali o dei vestiti usati, il riciclaggio internazionale di denaro, i trucchi immobiliari, l’evasione fiscale e molto altro. 
Come l’autore stesso ha provato sulla sua pelle, a pagare per queste ruberie sono - molto spesso – non solo i contribuenti, ma anche chi si oppone al sistema, chi cerca di fare della legalità un principio che vada oltre la parola vuota. Questo per indifferenza, ma anche (e questo è molto più grave) per la compiacenza di chi dovrebbe controllare, ma anche giudicare. 

Alberto Pierobon ci accompagna per mano dietro le quinte dei teatrini all’italiana che si reggono in piedi a stento, eppure continuano con la loro sciatta programmazione a propinarci esempi di malcostume diffuso nel nome del business a tutti i costi. Ho visto cose è un libro alla portata di tutti, un racconto senza pathos né drammatizzazione (come se ce ne fosse bisogno). 
Storie vere, dove solamente i nomi e le date (per questioni di tutela legale) sono stati modificati. Un libro pensato per studenti e casalinghe, ma anche per i cosiddetti “tecnici” della materia, che troveranno una ricca appendice per approfondire i vari casi incontrati nei capitoli. 

Alberto Pierobon – per sua natura più propenso a pubblicazioni di ambito prettamente scientifico – sforna un vero e proprio vademecum per decifrare il mondo reale in tutte le sue contraddizioni, evitando tuttavia di cadere nel banale, cercando di soffermarsi sugli aspetti psicologici di chi non può fare a meno di rubare, pur non avendone bisogno, e tentando di individuare la «retta via» che ci conduca finalmente fuori dalla selva oscura in cui sembriamo precipitati.

Leggendo queste pagine, una domanda viene spontanea (ed è la seconda domanda che Pierobon si sente rivolgere più di frequente): «Ma chi te lo fa fare?». Tradimenti, palate di fango, processi e campagne diffamatorie. È spesso vero che “l’occasione fa l’uomo ladro”, ma quando questo mantra non trova riscontro nel comportamento onesto di una persona… hic sunt leones. 
Le porte si chiudono, i presunti amici scompaiono. Guai a mettere in discussione lo status quo. In un periodo in cui la libera informazione sembra essere messa sempre più spesso sotto attacco, Ho visto cose si propone come un’opera fondamentalmente coraggiosa, scritta con l’intento di contribuire a quella presa di coscienza che serpeggia nel Paese, ma che ha ancora bisogno di un incoraggiamento.


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Per l'acquisto del testo cliccare QUI



mercoledì 3 maggio 2017

Legalità, efficienza, persone: quali sfide per i funzionari pubblici




Convegno


LEGALITÀ, EFFICIENZA, PERSONE

quali sfide per i funzionari pubblici

ROMA
Viale Mazzini 105
c/o la Corte dei Conti

Martedì, 9 maggio 2017
dalle 15.00 alle 17.00

AIDP Lazio ed AIDPpa, con il supporto di Axerta Investigation Consulting, presentano un evento di discussione e confronto su una tematica di attualità per tutti coloro i quali si occupano nella PA, a vario titolo, di gestione del personale. La modalità scelta sarà “poco convenzionale”: molti stimoli, brevi interventi, multimedialità, coinvolgimento, ritmo, velocità!


PROGRAMMA

Ore 14.45 - Accredito partecipanti

Ore 15.00 - Saluti, apertura e introduzione al tema
David Trotti - Presidente AIDP Lazio
Umberto Piccinin - Direttore Generale Risorse Umane e Formazione - Corte dei Conti
Luigi Vignali - Coordinatore AIDPpa - Chairman dell’evento

Ore 15.30 - Quattro prospettive per discutere del tema
Luigi Vignali - coordinatore AIDPpa - Chairman dell’evento intervista e modera:
Gen. c.a. Michele Franzé - Presidente Axerta, già Vice Comandant Generale dell’Arma dei Carabinieri e Vice Direttore dell’Agenzi Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise).
Romano Benini – Giornalista economico esperto di risorse umane, docente di politiche del lavoro e consulente tecnico; autore RAI dei programmi “Okkupati” e “Il posto giusto”.

Durante gli interventi saranno trasmessi contenuti multimediali
Ore 16.30 - Domande, considerazioni, dibattito
Ore 17.00 - Chiusura e saluti


ISCRIZIONI

Partecipazione gratuita con registrazione sul sito: www.aidp.it/eventi



INFORMAZIONI

Segreteria AIDP Lazio: aidplazio@aidp.it