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domenica 29 dicembre 2013

La "corrispondenza parallela" (4^ e ultima parte)

di  Carlo Calvi


(...segue)

Continua Mons. Marcinkus senza mai menzionare i lira back-to-back ma solo la rete estera "il sottoscritto nega di aver avuto conoscenza di illeciti addebitabili a Calvi... essendosi i dirigenti dell'Istituto limitati a compiere attività di natura formale".

Questa affermazione è in contrasto con gli appunti che l'amministratore delegato di XX Settembre, Leo D'Andrea, inviava a mio padre: "l'aumento di capitale dovrebbe essere effettuato dall'azionista IOR" e riguardo alla partecipazione nella Banca Mercantile di Firenze "la vendita del pacchetto ad una finanziaria preferibilmente nell'orbita del Vaticano".

Nel 1976 la Rizzoli Finanziaria su istruzioni di Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din acquisì il pacchetto di controllo di Banca Mercantile a seguito di una serie di riporti costituiti dalla Savoia Assicurazioni e dalla Sparfin del Gruppo Ambrosiano. 

Il pacchetto fu trasferito alla commissionaria di borsa Giammei per XX Settembre dello IOR che pagò con fondi provenienti dai depositi di reciprocità in lire come fece del resto per gli aumenti di capitale di Pantanella di Mario Genghini.

Se ne conclude che se nel circuito
BAOL (Banco Ambrosiano Overseas Limited, Bahamas) → IOR → UTC
è innegabile la conoscenza e la partecipazione di Mons. Paul Casimir Marcinkus negli acquisti di azioni del Banco Ambrosiano e nel finanziamento della panamense UTC, nel circuito
Banco Ambrosiano S.p.A. → IOR → CRECOM
é pure evidente la sua conoscenza di operazioni di uomini appartenenti alla P2 come per l'acquisto di Banca Mercantile. 

L'acquisto fu oggetto di procedimenti penali contro mio padre seguiti dagli Avvocati Giorgio Gregori e Pietro Moscato nell'imminenza della sua sparizione da Roma.

Alla stessa conclusione giunse del resto anche la Commissione di indagine sulla P2, davanti alla quale testimoniai a Washington nell'estate del 1982. 
Non è difficile capirne la ragione. 

I conti "Red" delle tabelle precedenti servirono a completare un aumento di capitale di Rizzoli e a necessità correnti della società. 
Andrea Rizzoli trasferì le 2,4 milioni di azioni emesse nel 1977 a Credito Commerciale e commissionaria Giammei a favore di IOR che le custodì in garanzia nel conto Plichi Chiusi delle tabelle precedenti sui lira back-to-back.

La Commissione Mista non si occupò dei depositi di reciprocità in lire. 
Il Vaticano riconobbe immediatamente questi debiti ma non produsse la relativa "corrispondenza parallela" che si applicava anche in Italia. 

Non si trattava di ordinari depositi interbancari e Mons. Paul Marcinkus doveva giustificarli all'interno del Vaticano e al nuovo Papa Karol Wojtyła. Non vi erano garanzie sul recupero della notevole esposizione rappresentata dagli utilizzi o accordi formali circa la loro pertinenza.
Servivano a nascondere all'interno del Vaticano prestiti a terzi e farli apparire come depositi dall'Ambrosiano.

Lo stesso Pubblico Ministero Pierluigi Dell'Osso nella sua requisitoria ha notato che per le operazioni in Italia relative a Setemer, CIM, Credito Varesino, Pantanella e gli aumenti di capitale di XX Settembre, IOR non poteva sostenere di essere solo un ignaro intermediario come tentò di fare all'estero. In più risultava carente l'autorizzazione del Ministero per il Commercio Estero per i trasferimenti all'estero.

I lira back-to-back rivestono oggi particolare rilevanza.

L'attenzione attuale sulla normativa antiriciclaggio della Santa Sede si è rivolta sull'uso cumulativo per terzi dei conti IOR con banche. Il processo romano per l'omicidio di mio padre non ha realizzato il legame con il processo milanese per l'insolvenza.

I conti IOR con banche italiane sono sfuggiti alle indagini da parte di Banca d'Italia e Magistratura per i venticinque anni successivi all'insolvenza fino alla Convenzione Monetaria tra Santa Sede e Unione Europea, che come ha sottolineato Moneyval, attribuisce più larga discrezione agli organi di vigilanza.

Somme ingentissime hanno continuato a transitare in questo modo per destinazioni sconosciute fino al 2009 e questo perché si è consentito a IOR di rimborsare al vecchio Banco Ambrosiano i debiti diretti.

Nel processo per omicidio di mio padre poche testimonianze hanno portato sui conti IOR con Ambrosiano in Italia e su trent'anni di liquidazioni.
Si è fatta una rogatoria all'estero ove i prestiti problematici erano nell'attivo e il passivo era rappresentato da debiti verso consorzi di banche internazionali.

Carlo CALVI