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mercoledì 4 dicembre 2013

I conti "R" (1^ parte)

di Carlo Calvi


Il 12 luglio 1984 il Ministro del Tesoro Giovanni Goria rispondeva in Senato ad una interrogazione sulle intese raggiunte nella vicenda del Banco Ambrosiano in relazione ai creditori esteri e allo IOR (Istituto per le Opere di Religione).

Nelle parole di Goria "con tale esborso lo IOR viene a saldare i debiti verso le consociate estere (...) il debito diretto che lo IOR aveva nei confronti del Banco Ambrosiano (...) era già stato pagato direttamente ai commissari liquidatori poco dopo la messa in liquidazione della banca".

Il Ministro sottovalutò gli ammontari ripagati direttamente dallo IOR alle tre principali banche italiane del Gruppo Ambrosiano immediatamente dopo la morte di mio padre. 
Una valutazione più precisa era stata fornita il 23 agosto del 1982 dal Commissario Straordinario Giovanni Battista Arduino al Procuratore Pier Luigi Dell'Osso e al Capo Servizio Vigilanza della Banca d'Italia Felice Scordino. 

IOR rimborsò tempestivamente 137 miliardi di lire, quasi l'equivalente dei $ 100 milioni dovuti, su quelli che il Pubblico Ministero Luca Tescaroli nel mio interrogatorio del 16 maggio 2006 davanti alla II Corte di Assise di Roma, ha chiamato i "conti R".

"Se si fosse fatto buon governo di quanto avevamo detto non sarebbe accaduto di nuovo" ha dichiarato nell'estate scorsa Pierluigi Dell'Osso, oggi Procuratore Generale Vicario della Direzione Nazionale Antimafia, in una intervista a Gianfrancesco Turano.

Nella lettera che riproduco di seguito in data 25 aprile 1984, l'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus scriveva al Giudice Istruttore Antonio Pizzi "formulo ogni riserva (...) circa l'esercizio della giurisdizione italiana".


Per evitare l'ostilità della giurisdizione italiana, lo IOR ripagò i prestiti in lire con interessi ai Commissari Arduino e Carpinelli per il Banco Ambrosiano e alla Banca Cattolica del Veneto e al Credito Varesino, prima della fine del 1982, mentre rifiutava di pagare i debiti esteri.

Nella primavera del 1983 un giovane Avv. Vittorio Grimaldi dello Studio Legale Graziadei aveva messo il Vaticano di fronte alla prospettiva di una causa delle banche estere contro il Nuovo Banco come successore di Banco Ambrosiano S.p.A.. 
Come confermato dalle parole di Giovanni Goria: "azioni giudiziarie sono state promosse dalle medesime banche nei confronti del Nuovo Banco Ambrosiano in qualità di cessionario dell'azienda bancaria italiana"

Atto di cessione a favore del 
Nuovo Banco Ambrosiano S.p.A.
8 agosto 1982


Ne seguì l'accordo di cui Giovanni Goria informò il Parlamento nel 1984 menzionando l'esistenza dei prestiti in lire già ripagati dallo IOR ai commissari liquidatori e di cui le banche estere non erano state informate

Il "quanto avevamo detto" della sopracitata dichiarazione del Dott. Dell'Osso si riduce a menzioni in passim nella requisitoria dei rapporti della Guardia di Finanza sui conti interni in lire. 
Il processo milanese per l'insolvenza del Banco Ambrosiano, iniziato nel marzo 1991, non se ne occupò in quanto i pagamenti da parte dello IOR avevano avuto luogo al momento della liquidazione.

Il Rapporto Ispettivo sulle visite effettuate dalla Banca d'Italia dal 17 aprile 1978 al 17 novembre dello stesso anno, al capitolo "Irregolarità in materia valutaria - Linea di credito in lire a non residente" notava: "il Banco Ambrosiano intrattiene intensi rapporti di conto con l'Istituto per le Opere di Religione sia in lire che in valuta". 
Il Rapporto continua "i saldi in lire sono anticipi erogati nell'ambito di una linea di credito concessa dall'ispezionata a IOR (...) l'operazione non é consentita dalla vigente normativa (...) IOR non può intrattenere presso banche italiane conti e depositi in lire interne per cui lo stesso dovrà necessariamente munirsi di autorizzazione ». 

Mio padre teneva con sé sempre aggiornati i saldi di questi depositi di reciprocità con IOR in Italia. 

Si trattava di sei conti che gli ho visto spesso esaminare e includo di seguito una pagina dei suoi appunti a titolo di esempio.

Appunto di Roberto Calvi
30 giugno 1979

Io consegnai la documentazione su questi sei conti, che mio padre conservava alle Bahamas, al Giudice Mario Almerighi e all'ispettore Sergio Sciacca al Consolato Generale di Montréal nel 1991.