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venerdì 29 marzo 2013

Derivati: si replica a Roma con AssoTAG e Federconsumatori

Visto l'ampio interesse riscosso dal seminario orientativo "Difendere la legalità nel sistema finanziario" tenutosi a Milano lo scorso 25 marzo, in questi giorni AssoTAG e Federconsumatori si stanno coordinando per organizzare un nuovo evento da tenersi a Roma.

Salvo variazioni, l'incontro avrà la forma della "tavola rotonda" e si terrà presso la sede della Fondazione Lelio e Lisli Basso (in via della Dogana Vecchia 5) il prossimo lunedì 15 Aprile dalle ore 16.00 alle ore 18.30.

L'obiettivo degli organizzatori è duplice: da un lato presentare le risultanze del convegno tenutosi a Milano e dall'altro, visto il palcoscenico capitolino, incentrare la discussione sul tema del debito pubblico nazionale.

Come è stato per l'appuntamento milanese, il panel dei relatori sarà costituito da autorevoli esponenti del mondo professionale e accademico.
Ulteriori informazioni saranno pubblicate sul blog non appena avremo definito tutti gli aspetti organizzativi e logistici dell'evento.

lunedì 25 marzo 2013

Difendere la legalità nel sistema finanziario (resoconto)

Oggi si è tenuto presso la Sala del Giudice di Pace di Milano, il seminario orientativo sul tema "Difendere la legalità nel sistema finanziario".
E' stato il primo evento pubblico organizzato da AssoTAG (l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria) in collaborazione con l'Associazione per gli avvocati "IUS et VIS".

A nome del Direttivo di AssoTAG ringrazio tutti i lettori del blog che oggi sono intervenuti, dimostrando una partecipazione appassionata e attiva.
Il bilancio della giornata chiude indubbiamente in modo positivo; ci ha sorpreso infatti l'elevato numero dei presenti (superiore della capienza della sala) ma anche la notevole qualità degli argomenti proposti dai relatori nonché l'interesse riscosso per le materie trattate dimostrato dalla lunga serie di domande poste nell'ultima parte dell'incontro.

In definitiva un'esperienza da ripetere, magari su altri temi riguardanti le frodi aziendali o gli illeciti societari analizzati dal punto di vista degli strumenti tecnici utilizzati per portare a termine le operazioni fraudolente.

Ma ora passiamo ad una breve esposizione dei principali temi trattati.

Il fil rouge che ha legato i vari argomenti si può identificare nell'esigenza di rendere il mercato finanziario più trasparente.
Il concetto di "trasparenza" è stato trattato nei sui vari aspetti. 
In particolare, con riferimento ai costi impliciti delle transazioni in prodotti derivati o in relazione all'informativa rivolta alle parti contraenti.
Ma anche con riferimento agli esiti delle attività di vigilanza e controllo condotte dagli organismi istituzionali o ancora sulle politiche di "gestione della finanza" attuate dagli istituti di credito.

Argomenti molto complessi, che gli illustri relatori hanno saputo rendere di facile comprensione anche a chi non ha una preparazione specifica sulla finanza cosiddetta "derivata".

E' questo il punto. La complessità. Proprio per le sue caratteristiche di strumento che riunisce in sé sia l'aspetto legale/contrattuale sia la componente finanziaria legata a scenari aleatori, il derivato rappresenta un prodotto complesso e rischioso.

Ciò dovrebbe implicare che le parti che lo sottoscrivono devono essere assolutamente consapevoli di tutti quegli elementi che ne determinano i flussi finanziari (profitti e perdite) lungo l'intera durata del contratto, a seconda del verificarsi, o meno, di certi eventi. 
La  decisione di contrarre un derivato deve basarsi pertanto su solide competenze tecniche necessarie a valutarne ogni aspetto di rischio.
In questa ottica, il prodotto derivato non è "buono" (perché serve a proteggere dai rischi finanziari) o "cattivo" (perché serve come mero strumento speculativo) ma è solo un'opportunità, cioè uno strumento che un operatore ha a disposizione per raggiungere un dato obiettivo di copertura o di investimento.

In questa ottica i sottoscrittori non solo accettano il rischio intrinseco del prodotto derivato in modo consapevole ma addirittura chiedono di assumere tale rischio.

La realtà ha dimostrato, tuttavia, che la complessità strutturale di questi prodotti unita agli ampi difetti di comprensione dei loro meccanismi di funzionamento dimostrata da alcuni contraenti pubblici, ha reso problematica la loro valutazione in termini di “valore equo".
E ciò ha portato, piuttosto frequentemente, all'utilizzo di questi strumenti per finalità fraudolente a danno della collettività.

L'illecito legato ai derivati generalmente si concretizza nel celare costi impliciti o flussi di pagamenti occulti, favoriti da informative non sempre disinteressate, che di fatto, come già detto, impediscono la definizione corretta del "valore equo" del contratto con la conseguenza di incentivare l’assunzione inconsapevole di rischi eccessivi.

Pertanto l'arma di difesa che si ritiene più efficace contro gli illeciti determinati dalla finanza derivata deve ricercarsi nel concetto di "trasparenza informativa", che si realizza anche mediante l’utilizzo di metodologie di analisi probabilistica dei rischi e dei costi impliciti, chiare e condivise tra le parti.

In sostanza se le stesse informazioni che sono utilizzate per strutturare il prodotto derivato fossero conosciute in modo completo ed esaustivo anche dagli azionisti e dagli investitori esterni, le opportunità di utilizzo criminale dei contratti derivati sarebbero automaticamente “sterilizzate” in via preventiva.

Nel corso del seminario, infine, è stato presentato il protocollo d'intesa siglato tra Federconsumatori e AssoTAG finalizzato a fornire ai cittadini informazioni utili a prendere coscienza della reale esposizione finanziaria in prodotti derivati degli enti territoriali (comuni, province, regioni e Stato). Per maggiori informazioni si rimanda al seguente post (cliccare qui).


lunedì 18 marzo 2013

Frodi immobiliari: la sopravvalutazione dell'immobile

di Lorenzo Peluso


Ciò che in apparenza sembra un cattivo affare, può mascherare un atto illecito: fin qui ci siamo.
Proseguiamo oltre: anche la vendita di un immobile, effettuata ad un prezzo superiore del reale valore di mercato, può apportare illeciti vantaggi.
Magia? No, frode.

È semplicissimo gonfiare una compravendita, soprattutto grazie a società compiacenti (solitamente addirittura facenti capo allo stesso soggetto, direttamente o indirettamente) e a perizie rilasciate da tecnici senzienti, che adeguano i valori degli immobili al volere del fraudolento manovratore.

Descriviamone ora lo schema classico.

L’immobile con valore di mercato pari a 100 in possesso dalla Società A, avente risultato d’esercizio in perdita, viene venduto per il valore di 130 alla Società B, facente parte sempre dello stesso Gruppo.

La Società B, a sua volta, rivende l’immobile appena acquistato alla Società C per un valore di 150, e così via.
Il valore, come già anticipato, è supportato da una perizia di favore.




Non è detto che la differenza tra il valore reale dell'immobile e il valore di vendita sia sempre scandaloso, anzi, in alcuni casi può addirittura rientrare nella sfera dell'opinabile.
Ma cosa generano queste cessioni?

Negli schemi più utilizzati nell'ultimo decennio, soggetti come Danilo Coppola e Stefano Ricucci hanno utilizzato questi vorticosi e ipervalutati giri immobiliari soprattutto per ottenere una liquidità molto consistente dai diversi istituti di credito, attraverso l’accensione di semplici mutui fondiari.

Ottenute tali risorse, queste venivano trasferite a un soggetto successivamente deprivato o addirittura fatto fallire.

Ai lettori più attenti dovrebbero tornare alla mente le già note “frodi carosello”.
Se una società vende un immobile e si mette in liquidazione spogliandosi di tutti i suoi beni, non versa l’IVA.
L’acquirente, collegato al venditore, acquista l’immobile e chiede l’IVA a rimborso.
E le casse dello Stato sono doppiamente depredate!

Non è finita qui: il movimento non genera tassazione, perché la plusvalenza serve a coprire le perdite. Questo giro immobiliare riesce addirittura a far lievitare il valore fiscale dell'immobile, evita il versamento dell’onere tributario e permette un risparmio d'imposta che si realizza alla successiva vendita, ovvero quando la svalutazione consente di coprire il divario derivante dalla valutazione deliberatamente attribuita all'immobile.

Una Società quindi acquista, sopravvaluta e rivende, senza pagare tasse, ad un’altra Società del Gruppo.
La seconda Società, per poter acquistare l’immobile a valori “gonfi”, accende un mutuo, compera e porta a credito le imposte.

I proventi di tale meccanismo restano comunque a disposizione del titolare di tutte le Società aderenti al meccanismo descritto e sono successivamente reinvestiti in canali “ufficiali” (ad esempio in titoli azionari), o spariscono attraverso canali “occulti”, o servono per l’acquisto di un altro immobile, ovviamente sopravvalutato. Il cerchio si chiude e ricomincia il giro.

Grazie a questi raggiri immobiliari, inoltre, si riesce a gonfiare il valore del proprio attivo senza avere nessun esborso effettivo.
Una tecnica molto nota a società finanziarie, immobiliari e assicurative che, negli ultimi anni, hanno creato enormi buchi alle spalle di migliaia di risparmiatori.

Lorenzo Peluso
Senior Manager
(Fraud Investigation & Dispute Services Department - Ernst & Young)


martedì 12 marzo 2013

AssoTAG: siglato protocollo d'intesa con Federconsumatori

In data 7 marzo 2013 AssoTAG (l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria) e Federconsumatori hanno siglato un protocollo d'intesa finalizzato a disciplinare un progetto denominato:


TRASPARENZA 
SUI DERIVATI FINANZIARI 
SOTTOSCRITTI DAGLI ENTI TERRITORIALI


II progetto prevede che AssoTAG fornisca le competenze tecnico-professionali e gli strumenti informatici necessari ad elaborare il fair value del contratto derivato sottoscritto dagli Enti Territoriali (Comuni, Province, Regioni e Stato) e la relativa analisi probabilistica del rischio connesso.

Grazie invece alla propria organizzazione capillare sul territorio italiano, Federconsumatori si impegnerà ad ottenere le copie conformi dei contratti finanziari derivati stipulati dagli Enti, adottando una sperimentata procedura di acquisizione che prevede, in caso di rifiuto alla consegna, anche l'avvio di azioni legali in sede giudiziaria.

L'iniziativa, senza alcun fine di lucro, ha l'obiettivo di fornire ai cittadini ogni informazione utile a prendere coscienza sulla reale esposizione finanziaria dell'Ente Territoriale.
I dati saranno diffusi attraverso l'accesso gratuito ad un sito web dedicato.

Iniziativa certamente ambiziosa ma necessaria in uno scenario nel quale è ormai imprescindibile che le risorse pubbliche siano gestite in modo sano, trasparente e favorevole ai soli fini sociali e collettivi.

Per ulteriori informazioni sul "Progetto trasparenza" si veda anche il seguente link.

Si invitano i professionisti e gli esperti interessati a partecipare al progetto a contattate il seguente indirizzo e-mail: info@assotag.org oppure a compilare il form cliccando QUI.

lunedì 4 marzo 2013

Banco Ambrosiano: operazioni in conto deposito (analisi tecnica)

Ho sentito parlare per la prima volta di “operazioni in conto deposito” nel corso dell’estate 1996, in occasione della preparazione della tesi di laurea.
In quel torrido mese di agosto infatti mi ritrovai a leggere quanto descritto nella VI^ Relazione dei Commissari Liquidatori del Banco Ambrosiano S.p.A. intitolata “La raccolta del gruppo Banco Ambrosiano nella dinamica del dissesto”, redatta esattamente dieci anni prima dal dott. Lanfranco Gerini, dal prof. Felice Martinelli e dall’avv. Franco Spreafico.

Un rapporto molto accurato, nel quale furono gli stessi Commissari Liquidatori a ricostruire come vennero a conoscenza di tali operazioni onamale.

Ad insospettire i tre professionisti fu una missiva inviata nel novembre del 1976 dal Banco Ambrosiano Overseas Limited di Nassau, Bahamas (o BAOL), sino al 1° luglio 1980 denominato Cisalpine Overseas Bank Limited (o CISO), all'attenzione dell’Istituto per le Opere di Religione (o IOR), dal seguente tenore:

“ [...] 
Questa banca [BAOL/CISO] conferma a codesto Istituto [IOR] le istruzioni di voler eseguire in relazione a ciascun importo pervenuto in “conto deposito” un bonifico bancario di rispettivo pari importo e valuta a favore di UNITED TRADING CORPORATION S.A., Panama, presso la Banca del Gottardo, Lugano. 
Approva quanto fino ad oggi eseguito al riguardo. 
[...]”.
 

Si noti come il contenuto della lettera sia sostanzialmente analogo a quello della missiva datata 24 ottobre 1978 citata da Carlo Calvi nell'articolo pubblicato lo scorso 11 febbraio (Doc. 3).

Dal punto di vista concettuale l’operazione è piuttosto semplice da illustrare.

In relazione a ciascun bonifico “in conto deposito” disposto da BAOL/CISO (che scrive in nome e per conto dell’Ambrosiano Group Banco Commercial di Managua, o AGBC) sul suo c/c presso IOR, quest’ultimo avrebbe dovuto trasferire lo stesso importo, con medesima valuta, a favore di un c/c acceso presso la Banca del Gottardo (Gruppo Banco Ambrosiano) intestato alla società panamense United Trading Corporation S.A. (o UTC).

Lo schema seguente (schema 1) riepiloga il flusso finanziario.


(click per ingrandire)

Tuttavia i Commissari Liquidatori scoprirono che questa rappresentava solo la parte terminale di un'operazione più complessa.

Indagini successive infatti chiarirono la reale configurazione del circuito finanziario, la cui sezione iniziale era costituita da trasferimenti disposti dalla Banca del Gottardo, transitanti su conti correnti accesi presso IOR e aventi come destinazione BAOL/CISO, come descritto nel grafico (schema 2) seguente:


(click per ingrandire)

Diviene così evidente il circuito finanziario visto nel suo insieme:
BdG -> IOR -> BAOL/CISO
BAOL/CISO -> IOR Þ UTC

Con assoluta semplificazione, per la nota proprietà transitiva: BdG -> UTC e quindi:

Banco Ambrosiano -> UTC. 

Data la struttura complessiva dell’operazione, IOR e BAOL/CISO rivestirono il ruolo di meri intermediari più utili a porre barriere informative piuttosto che con reali funzioni operative.
La remunerazione spettante a IOR per il ruolo assunto fu rappresentata dal margine d’interesse dato dalla differenza tra interessi passivi corrisposti alla Banca del Gottardo e interessi attivi riconosciuti da UTC.

IOR percepì altresì un margine d’interesse positivo prodotto dai flussi finanziari disposti da e verso BAOL/CISO, il quale fu allo stesso tempo creditore e debitore di IOR, come rappresentato nel seguente grafico (schema 3).


(click per ingrandire)

Come si osserva dallo schema 3, si tratta di un classico flusso finanziario di tipo circolare.
Lo schema era finalizzato a trasferire progressive somme di denaro mediante accrediti e contestuali addebiti di c/c, la cui titolarità era riconducibile ad entità solo apparentemente estranee tra loro.
Osservo peraltro che UTC era ancora un anello intermedio, oltre il quale il flusso finanziario transitava attraverso ulteriori strutture societarie off-shore per poi confluire verso le vere destinazioni finali. Destinazioni che non potevano certo essere ignote agli organizzatori delle operazioni in oggetto (su questo punto tornerò con un post specifico).

Ogni passaggio dell'operazione fu formalizzato da istruzioni o accordi fiduciari non sempre aventi piena validità giuridica verso i terzi. L'analisi dell'insieme di questi accordi permise ai Commissari Liquidatori di ricostruire flussi finanziari formalmente indipendenti ma sostanzialmente correlati in un unica struttura operativa.
Posso solo immaginare quali difficoltà incontrarono i Commissari trovandosi di fronte a pezzi di un grande puzzle sparsi in modo apparentemente casuale in uno scenario transnazionale e notevolmente influenzato (e compromesso) dall'epilogo drammatico della vicenda.

Nel caso delle operazioni in conto deposito la provvista si "mosse" solo contabilmente, da un punto iniziale (la BdG) ad un punto finale (UTC, su di un c/c acceso presso la medesima BdG).
In questo modo i fondi dall’Ambrosiano furono trasferiti verso entità sempre più periferiche, seppur correlate. In quella zona della galassia estera dell'Ambrosiano nella quale i legami tra i soggetti coinvolti nelle operazioni assumeva contorni incerti e ipotetici, almeno agli occhi delle autorità di controllo dell'epoca.

A tal proposito risulta interessante osservare come grazie alle indagini è stato possibile definire i legami tra le società e le persone fisiche intervenute nelle operazioni in conto deposito (grafico 4).


(click per ingrandire)

In base alle ricostruzioni effettuate dai Commissari Liquidatori, gli impieghi (espressi nello stato patrimoniale) di BAOL/CISO verso IOR/UTC assunsero, negli esercizi dal 1978 al 1982, le dimensioni riportate nella seguente tabella (comprensiva dell’esposizione espressa in franchi svizzeri).

Anno
1978
1979
1980
1981
1982*
IOR/UTC
227,8
228,8
94,3
91,6
88,3
* 17/6/1982

Se si vuole determinare l’esposizione consolidata del Gruppo Banco Ambrosiano in relazione ai flussi in conto deposito, è necessario considerare anche gli impieghi erogati dal Banco Ambrosiano Andino (o BAA), con la seguente evoluzione (anche in questo caso comprensiva dell’esposizione espressa in franchi svizzeri).

Anno
1979
1980
1981
1982*
IOR/UTC
128,9
135,9
133,0
124,7
* 17/6/1982

Ma è l’enorme esposizione raggiunta dalla bahamense BAOL/CISO verso IOR che spinse i revisori di Cooper & Lybrand a scrivere, in data 6 dicembre 1978, una preoccupata missiva all'attenzione del Presidente Pierre Siegenthaler.

In particolare i revisori avrebbero voluto fornire a partire dall'esercizio 1978, una nota informativa più significativa sulla natura dei rapporti in essere tra BAOL/CISO e IOR.
In base al contenuto del documento riportato nel seguito tuttavia, i revisori furono informati che gli amministratori di BAOL/CISO non espressero parere favorevole a fornire i chiarimenti richiesti.
Da notare che la maggiore preoccupazione dei revisori riguardava la recuperabilità del credito vantato verso IOR, argomento oggetto dell'incontro con Mons. Paul Casimir Marcinkus che si tenne a Roma nei giorni successivi la data della missiva.

 
(click per ingrandire)

Non è escluso che proprio grazie alle pressanti richieste di chiarimento inoltrate dai revisori di Cooper & Lybrand, il canale di trasmissione dei fondi:

BAOL/CISO (Bahamas) -> IOR -> UTC

fu di molto ridimensionato a partire dal 1980, a vantaggio del canale:

BAA (Perù) -> IOR -> UTC.

Per gli approfondimenti di veda il post "Banco Ambrosiano: le operazioni in conto deposito" curato da Carlo Calvi.