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sabato 17 dicembre 2011

Trashing… la nostra immondizia è fonte di informazioni!

Il “trashing” (altrimenti chiamato “bin-raiding”) consiste nel ricercare dati ed informazioni personali e riservate setacciando i cassonetti dei rifiuti.
Si tratta del sistema più semplice e meno rischioso per entrare in possesso di documentazione sensibile, quale ad esempio: estratti conto bancari, buste con indirizzi di residenze private o professionali, bollette contenenti il dettaglio del traffico telefonico o dei dati di navigazione, scontrini fiscali con l’elenco dei prodotti acquistati, ricevute della carta di credito, stampe di mail, eccetera.
Tali documenti, classificabili come “sensibili” per la tipologia delle informazioni che contengono, divengono in tal modo disponibili a chiunque voglia utilizzarli in modo illecito.
La problematica del trashing riguarda anche aziende e professionisti, in particolare quelle realtà che trattano quotidianamente informazioni riservate, ad esempio gli studi legali, le aziende farmaceutiche o ospedaliere, le istituzioni finanziarie, la Pubblica Amministrazione.

Basti solo immaginare all’utilizzo illecito che si potrebbe fare se si entrasse in possesso della documentazione riservata di uno studio legale che si sta occupando di un'operazione straordinaria o di una società di revisione che sta per emettere una opinion su di una società quotata.
Il rischio di accesso abusivo alle informazioni riservate è facilitato, ad esempio, dalle numerose “bozze per discussione” prodotte in occasione dei meeting con la clientela, le quali, al termine della riunione, sono buttate frettolosamente nel "bidone della carta" (chi opera nell’ambiente conosce benissimo questa abitudine!).
Quel “bidone della carta” nel quale finisce letteralmente di tutto, si trasforma in una miniera d'oro!



Lì si possono ritrovare dalle relazioni peritali alle due diligence, dai prospetti informativi di emissione di un bond ai piani di ristrutturazione di una impresa in difficoltà, dai pareri legali forniti a vantaggio di indagati alle relazioni del curatore fallimentare...
Ma come è possibile ridurre il pericolo di diffusione di informazioni riservate attraverso questo canale? 
Molto semplice quanto ovvio! Tramite l’introduzione di rigorosi protocolli di distruzione dei documenti.